Parte 2

Il percorso era tortuoso e ricco di insidie ma la cosa peggiore per la fanciulla fu un insolito incontro: una Scimmia Schiaffeggiatrice aveva deciso di opprimerla con la sua presenza.
Ogni qualvolta Farha inciampasse, la scimmia le saltava sulla spalla e con una forza inimmaginabile la schiaffeggiava ripetutamente marchiandole il volto con i segni della sconfitta.
Il paesaggio circostante le piaceva ogni giorno di meno. In cuor suo era convinta che quello non fosse il suo posto.
Più di una volta pensò di rinunciare.
Ma non lo fece.
Per più di un anno tentò di stringere i denti fingendo che andasse tutto bene, nonostante la scimmia e le dimensioni del suo carico che, mese dopo mese, diveniva sempre maggiore.
Attraverso la "Grotta delle Radici" aveva modo di frequentare quotidianamente i propri cari. Qualche volta, trovato il coraggio, provò a parlare loro della sensazione di disagio che provava durante il cammino nella "Via dell'Ignoto".
Quando, non riuscendo più a sopportare il dolore alla schiena e alle gambe (per non parlare del bruciore provocato dagli schiaffi della scimmia), si sfogava con i genitori, parlava loro di quanto si sentisse minuscola, circondata da soli arbusti giganti.
Minuscola, in un mondo di giganti che, ancoranti saldamente al terreno, sembravano voler incoraggiare lo spirito malefico della scimmia.
Cosa aspettava a prendere la decisione che desiderava?
Perché non trovava il coraggio di rinunciare a percorrere un tragitto che sapeva non essere il suo?
Perché continuava a farsi del male?
 
Aveva un piccolo rifugio: il "Cespuglietto della verità".
Quando sapeva di non riuscire a resistere, quando capiva di doversi sfogare, si nascondeva lì dietro, gettando la maschera.
Con il passare dei giorni e dei mesi il suo stato d'animo peggiorò.