Parte 6

Un pomeriggio mentre giocava con Dorian in riva al laghetto Farha sentì arrivare qualcuno alle sue spalle. Credendo che si trattasse di Tausiq, si voltò dicendo che sarebbe andata via dopo qualche minuto. Quando si accorse di essere di fronte ad un uomo sulla cinquantina si sentì imbarazzata. Era Vir, il figlio maggiore di Tausiq, recatosi dal padre per comunicargli che suo figlio sarebbe andato a vivere dal nonno per qualche tempo. 
Il suo nome era Everi ed era uno scrittore. 
Everi aveva un temperamento un po’ caldo che spesso lo portava a discutere con Farha.
Il nonno li guardava di nascosto dalla finestra, sorridendo mentre borbottavano e si urlavano contro. Tausiq era contento di poter finalmente trascorrere un po’ di tempo in compagnia di suo nipote e gli insegnò l’antica arte della falegnameria, la sua vera passione. Durante quelle settimane si dedicarono alla ristrutturazione della baita ed alla sistemazione del ponticello e del terreno circostante. 
 
Quando, durante il tragitto da casa sua alla valle di Tausiq, le capitava di passare davanti alla Via dell’Ignoto, Farha si sentiva attraversare da un vento freddo che le gelava il cuore.
Una notte le apparse in sogno l’animale della preveggenza: “La Talpa del Vedere”, che le porse un ramo di salice piangente recante la scritta “Il passato nel presente”.
Si svegliò di soprassalto a causa di un colpo alla guancia destra. Quando aprì gli occhi vide la Scimmia Schiaffeggiatrice. Farha capì di non aver ancora chiuso con il passato. 
 
 
Stava tornando la paura.
 
Paura di perdere tutto.
Paura del futuro.
Paura delle delusioni.
Paura di se stessa.
 
Nonostante gli scontri con Everi, Farha amava quel luogo e ciò che rappresentava: ancora di salvezza, speranza, vita. 
Sentiva di essere riuscita a costruire qualcosa di speciale, dalle radici forti e resistenti. 
Provava per Tausiq un affetto tenero e puro e, nonostante la maschera d’indifferenza di Tausiq, sapeva che lui ricambiava. 
 
Un giorno mentre Farha riponeva un vaso di fiori sul tavolo in cucina, si sentì chiamare da Tausiq. Era seduto sulla poltrona del salotto. Davanti al camino. Sembrava piccolo, innocente, indifeso. Dorian sulle sue gambe sonnecchiava tranquillamente. 
Dall’altro lato del salotto vide Everi: il nonno aveva convocato entrambi. 
Tausiq sorridendo mostrò loro il ritratto dell’amata moglie: aveva un sorriso radioso e occhi sinceri. Era una donna bellissima. 
Mentre Everi e Farha ammiravano il ritratto, Tausiq fece scendere Dorian, si alzò ed aprì un cassetto della credenza prendendo il disegno di un ramo di biancospino. Sua moglie aveva la passione del disegno. Amava in particolar modo disegnare fiori. 
Si avvicinò a Farha e, regalandole il foglietto, le diede un buffetto sulla fronte.
 
Biancospino, simbolo di speranza.
Buona Fortuna.